“Il labirinto dell’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario”: il report dell’incontro a cura degli Avvocati Giovanni Fiorino e Francesco Fico

Il 3 marzo si è svolto, nell’Aula Miro del Tribunale di Taranto, l’incontro dal titolo “Il labirinto dell’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario”, organizzato dalla Camera Penale di Taranto unitamente all’associazione “Nessuno Tocchi Caino” e con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati e della Fondazione della Scuola Forense di Taranto.
Presentazione dell’incontro affidata all’Avvocato Carlo Petrone, memoria storica del Foro di Taranto che ha sottolineato come più che un “labirinto” la riforma dell’ordinamento penitenziario sia un “ginepraio” che rischia di ricacciare il detenuto nell’oblio, come il protagonista del film di Damiano Damiani “L’istruttoria è chiusa. Dimentichi!” tratto dal romanzo “Tante sbarre” di Leros Pittoni.
Dopo i saluti del Presidente del Consiglio dell’Ordine, Avvocato Gianleo Cigliola, anche a nome del Presidente della Scuola Forense Avvocato Mirella Casiello, ed i saluti del Presidente della Camera Penale di Taranto, Avvocato Vincenzo Vozza, hanno preso la parola i relatori.
La Dottoressa Rita Bernardini, Presidente dell’Associazione “Nessuno Tocchi Caino” ha ricordato che la Magistratura di Sorveglianza – che “conosce benissimo le violazioni dei diritti all’interno del carcere” – ha il compito delicato di allentare la situazione carceraria anche mediante lo strumento dei permessi premio.
Un ruolo fondamentale è affidato alle iniziative culturali riguardanti i detenuti, come quella rappresentata da “Spes contra spem”, progetto dell’associazione “Nessuno Tocchi Caino” che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche degli ergastolani c.d. “ostativi” e della relativa disciplina normativa, oltre alla peculiare disciplina del c.d. “carcere duro” che ha il suo cardine nell’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario.
In tale contesto la dottoressa Bernardini ha ricordato che, in un momento storico caratterizzato dal calo dei delitti più efferati – si è passati da 2000 omicidi all’anno dei primi anni ‘90 a meno di 400 attuali – è esagerato il numero detenuti in regime di cui all’articolo 41 bis o.p., ad oggi 724, concludendo il suo intervento con l’invocazione di Marco Pannella che invitava tutti ad “essere speranza”.
La Dottoressa Carolina Manna, Magistrato presso il Tribunale di Sorveglianza di Taranto, ha esaminato nel dettaglio il “labirinto” delle preclusioni ai benefici ed alle misure alternative alla detenzione per i reati più gravi costituito dalla disciplina normativa che ha i suoi cardini normativi negli articoli 4 bis e 41 bis della L. 354/75, evidenziando, in particolare, la difficoltà della istruttoria inerente la richiesta dei benefici penitenziari provenienti dai detenuti ai quali sono applicabili le ricordate norme restrittive.
In particolare la dottoressa Manna ha fatto riferimento ad un protocollo stipulato, in data 29 dicembre 2022, tra la Direzione Nazionale Antimafia ed i Procuratori Distrettuali e che dovrebbe costituire un ausilio per le Cancellerie proprio in riferimento alla complessità dell’istruttoria necessaria per la decisione.
L’Avvocato Andrea Silvestre, nella prospettiva del Difensore, ha evidenziato – tra le altre – la problematica inerente il giudizio di ammissibilità della istanza proveniente da un detenuto in regime restrittivo e del relativo onere di allegazione sul quale pesa, in particolare, la dimostrazione di aver adempiuto alle obbligazioni civili nascenti dal reato da parte del detenuto eventualmente impossibilitato a tale adempimento: egli ha sottolineato la questione relativa alla individuazione dei soggetti nei cui confronti estendere gli accertamenti di natura patrimoniale al fine di verificare l’effettiva impossidenza del detenuto e, dunque, la inesigibilità del risarcimento dei danni derivanti dal reato.
Il dott. Sergio D’Elia, segretario dell’Associazione “Nessuno Tocchi Caino”, ha sottolineato la preoccupazione di non vedere – all’interno del “labirinto” rappresentato dal rapporto tra li articoli 4 bis e 41 bis dell’ordinamento penitenziario – alcun “filo di Arianna del diritto”, oscurato anche dalle peculiari modalità di produzione normativa caratterizzate dalla presenza, accanto agli articoli di legge, di un “trattino” e di un “bis”, modalità che egli ritiene del tutto superata anche in considerazione degli anni, ormai trenta, trascorsi da quel periodo storico particolarmente buio per l’Italia, culminato con gli attentati ai Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed agli uomini delle scorte.
La Dott.ssa Zamparutti, tesoriere dell’Associazione “Nessuno Tocchi Caino”, ribadendo l’inattualità della normativa emergenziale, in chiusura della Tavola Rotonda ha ricordato gli sforzi compiuti negli anni dall’Associazione e le modalità di monitoraggio, di dossieraggio e di visita dei delegati all’interno delle carceri al fine di raccogliere le doglianze dei detenuti, auspicando de iure condendo maggiore semplificazione del procedimento per il riconosciuto della libertà anticipata, pure da allargare.

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